Documento conclusivo dell’XI congresso
Pubblicato il 27 ott 2021
L’XI congresso del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea assume la linea, le analisi e le proposte contenute nelle tesi approvate come indicazioni di lavoro che impegnano tutto il partito con spirito unitario allo sviluppo dell’iniziativa politica.
La pandemia ha evidenziato le profonde contraddizioni di un capitalismo neoliberista che antepone l’accumulazione di capitale e la logica del profitto ai bisogni sociali. Assistiamo oggi alla convergenza su scala planetaria di crisi ecologica, crisi epidemiologica, crescita delle disuguaglianze, instabilità globale, guerre. Catastrofi, ingiustizie e sofferenza sociale si accumulano mentre l’umanità avrebbe tutte le potenzialità per garantire la pace tra i popoli, un’esistenza degna a tutte/i e per porre le basi per un rapporto con la natura non autodistruttivo. L’eco-socialismo del XXI secolo è la ricerca e la lotta per un’alternativa a un modello fondato sullo sfruttamento, l’esclusione e la devastazione ambientale.
A trenta anni dalla nascita del nostro partito rivendichiamo le ragioni di una tenace resistenza al neoliberismo e l’attualità del nostro comunismo democratico, libertario, ecologista, femminista, internazionalista. La rifondazione comunista è un compito di lunga lena, in cui il punto di vista di classe e quello femminista sono indispensabili per la critica e l’analisi del capitalismo presente.
Rifondazione Comunista è un partito delle classi lavoratrici che rilancia l’impegno per la difesa e l’estensione dei diritti, un piano per il lavoro e la riconversione ecologica, il rilancio del pubblico a partire dalla sanità e dalla scuola.
Siamo partigiane/i della Costituzione nata dalla Resistenza. L’antifascismo è per noi difesa della memoria storica e lotta quotidiana contro ogni forma di fascismo, discriminazione e razzismo. Con l’approvazione dei trattati europei la politica ha posto anche formalmente la logica del profitto e del mercato al di sopra dei principi costituzionali. Da antifascisti conseguenti ci battiamo per l’attuazione della Costituzione e il ripristino del testo originario, per la difesa e l’estensione delle libertà e dei diritti per tutte/i, per una democrazia sostanziale, cioè sociale e non soltanto formale, per la reintroduzione di una legge elettorale proporzionale.
Il nostro partito nacque difendendo l’eredità feconda di una cultura politica comunista originale come quella italiana a partire dall’elaborazione di Antonio Gramsci che oggi è punto di riferimento per le sinistre e i movimenti sociali in tutto il mondo, una visione della politica che si pone il tema dell’egemonia e l’importanza di comprendere e intervenire nella complessità dei rapporti di classe e del contesto politico, sociale, istituzionale, culturale.
Abbiamo bisogno di un partito sociale che pratica il mutualismo e la ricostruzione del legame sociale, l’internità ai movimenti e alle lotte, l’attivismo ambientalista e solidale, antirazzista, internazionalista e per la pace, che costruisce vertenze e promuove campagne. Il radicamento sociale è condizione per conoscere la realtà e sviluppare l’iniziativa politica.
Abbiamo bisogno di un partito che sappia incontrare le nuove generazioni che subiscono le conseguenze di un capitalismo delle cui contraddizioni cominciano ad assumere consapevolezza a partire dalla crisi ambientale che causa il cambiamento climatico.
Abbiamo bisogno di un partito che non perda l’ispirazione e l’impegno internazionalista, per rafforzare la solidarietà e l’agenda comune con i popoli che si battono per la propria liberazione, a partire dai Palestinesi, dai Curdi e dal popolo Saharawi, da Cuba, dal Venezuela e dalle forze del Foro di Sao Paulo in America Latina, con particolare attenzione al consolidamento del Partito della Sinistra Europea per rafforzare l’azione comune della sinistra radicale nello spazio europeo. Un partito che sappia dare voce a tante/i compagne/i non italiani, che nei diversi territori si sono iscritti, contribuendo alla ricchezza politica della nostra organizzazione.
Nella consapevolezza delle nostre difficoltà, nella straordinarietà del contesto in cui si svolge il nostro XI congresso, il partito avvia un percorso di rinnovamento che deve coinvolgere sia il nostro modo di essere che il gruppo dirigente. Questo processo deve attraversare i territori e operare un decisivo salto di qualità sul livello centrale e anche ridefinire il gruppo dirigente nazionale in una conferenza da tenersi tra luglio e settembre 2022. Il Congresso nel dare questo mandato al nuovo cpn, alla direzione e alla segreteria li impegna a valorizzare le competenze di chi ha fatto decenni di militanza nel partito ma puntando decisamente sugli elementi di novità e sulle energie giovanili che ci sono nel partito. Proprio il carattere unitario del congresso e l’obiettivo della gestione unitaria della nostra organizzazione si devono sostanziare in un’attitudine all’innovazione in direzione di un maggior radicamento del partito nelle lotte sociali.
Nel nostro paese le politiche neoliberiste hanno prodotto una profonda crisi sociale e il progressivo svuotamento della democrazia costituzionale. La radicalità dei problemi pone la necessità di un’alternativa di società che il bipolarismo invece tende a escludere e cancellare.
Il governo Draghi è espressione, pur dentro la crisi del neoliberismo, della capacità egemonica di un progetto neocapitalista su una politica che non pone al centro i bisogni e le emergenze sociali del paese, ma gli interessi delle classi dominanti italiane ed europee.
Solo una ripresa della lotta di classe e dei movimenti sociali può cambiare i rapporti di forza e modificare l’agenda delle priorità.
Lavoriamo per l’unificazione delle lotte, per la promozione di una nuova stagione di movimento e opposizione, capace di aggregare un blocco sociale popolare su un programma di attuazione della Costituzione e di radicale alternativa ai poli esistenti.
Ci sono segnali di ripresa delle mobilitazioni che come nel caso della GKN riescono a mettere in moto un coinvolgimento largo intorno a rivendicazioni unificanti come quella di una legge contro le delocalizzazioni. La convergenza, che si è andata costruendo a partire dalle giornate del ventennale di Genova 2001 fino alla preparazione della manifestazione contro il G20 del 30 ottobre a Roma, è un primo passo nella giusta direzione.
Al PNRR e alla manovra di Draghi contrapponiamo una piattaforma sociale e ambientalista per il salario minimo legale, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e la redistribuzione del lavoro produttivo e riproduttivo, una lotta senza quartiere a tutte le forme di precarietà che colpiscono in modo particolare le donne e i giovani, il reddito di base, pensioni a 60 anni di età o dopo 40 di contributi, il rilancio del ruolo pubblico nell’economia e nella riproduzione sociale con grandi investimenti nella sanità, nella scuola, nei servizi sociali, in un’autentica transizione ecologica, un piano nazionale per la casa e un sostegno per gli affitti, la ripubblicizzazione e la reinternalizzazione dei servizi, la difesa dei beni comuni, la riduzione drastica delle spese militari. Contro la manovra di Draghi è fondamentale rilanciare la parola d’ordine dello sciopero generale, di uno scontro sociale aperto come quello che in francia ha costretto Macron a ritirare la “riforma” delle pensioni.
La frantumazione e le identità chiuse non aiutano alla costruzione di spazi di iniziativa unitaria capaci di parlare al Paese e, soprattutto, a chi subisce le conseguenze della crisi e delle politiche delle classi dominanti. Vogliamo essere “colla” nella sinistra sociale e politica, lavorare per superare una situazione che genera impotenza e passività.
Come Partito della Rifondazione Comunista lanciamo un messaggio a tutte le donne e gli uomini che non si rassegnano a un paese senza opposizione e senza sinistra, a tutte le realtà organizzate che condividono l’urgenza della costruzione dell’alternativa.
Nel nostro Paese vi sono energie ed esperienze che vanno in controtendenza, un diffuso tessuto di pratiche sociali, culturali e politiche che alimenta il conflitto di classe e ambientale, la dialettica sociale e democratica, il mutualismo e la solidarietà, le pratiche femministe e le campagne per la pace, i diritti e contro ogni discriminazione e razzismo. Vi sono reti, intelligenze e soggettività (associazioni, comitati, settori sindacali conflittuali, movimenti, partiti, liste ed esperienze civiche legate al territorio) che operano positivamente, senza però avere quel profilo politico comune necessario al fine di costituire uno stabile punto di riferimento per le classi popolari e per larga parte del Paese.
Dall’opposizione al governo Draghi, vogliamo contribuire allo sviluppo di un movimento che, a partire dalle questioni sociali, sindacali, ambientali, democratiche, da quelle legate alla differenza di genere, porti alla costruzione, tanto difficile quanto necessaria, di un ampio schieramento, di un fronte diffuso, di una confederalità sociale che da sinistra, insieme a forze ambientaliste e civiche, si batta per l’alternativa alla brutalità neoliberista e ai poli politici oggi esistenti.
Rifondazione Comunista propone di aprire un nuovo percorso da costruire insieme, anche con forme inedite, con lo scopo di costruire una soggettività, un’aggregazione che, per dimensioni e credibilità, possa rappresentare una alternativa allo stato di cose presente. Allo stesso tempo, abbiamo la consapevolezza che non si possa ricondurre ad uno la pluralità delle diverse esperienze e che nessuna delle formazioni della sinistra di alternativa abbia oggi la forza e l’autorevolezza per realizzare questo obiettivo.
In tutta Europa c’è una sinistra antiliberista e anticapitalista rosso-verde, che fa riferimento al Partito della Sinistra Europea e al gruppo parlamentare “La Sinistra”, che rappresenta lo spazio politico in cui si colloca la nostra proposta.
Il Congresso dà mandato al CPN, alla direzione e segreteria di dare attuazione agli indirizzi approvati.