Prc: ricominciamo, mai più accordi di vertice
Direzione nazionale Prc
Care compagne e compagni, le frammentazioni
e la divisione della sinistra italiana sono l’esito della radicale sconfitta degli ultimi
decenni, ma anche dei nostri errori soggettivi.
La ristrutturazione capitalistica prima e la crisi economica poi hanno causato un’impressionante regressione delle condizioni di vita delle persone, una crisi sociale che – al contrario di quanto accade in altri paesi europei e nonostante l’aggressione a diritti fondamentali conquistati in un secolo di lotte – non ha prodotto un conflitto sociale adeguato alla fase, anzi, si è determinata una vera e propria eclissi delle
organizzazioni di massa. Solitudine, isolamento e un profondo sentimento di impotenza delle lotte difensive, costrette amanifestarsi nelle forme più estreme, ne sono la conseguenza.
La medesima ristrutturazione ha investito il sistema politico-istituzionale: l’introduzione del maggioritario e del bipolarismo ha condannato le forze e le culture di sinistra a dover scegliere ad ogni elezione tra l’impotenza dentro il centrosinistra egemonizzato dal pensiero neoliberista e la testimonianza ininfluente all’opposizione, in un processo di continua erosione della propria credibilità.
Per altro verso, i tentativi di riaggregazione che in questi anni abbiamo insistito a promuovere sono stati viziati da limiti soggettivi relativi alla natura stessa dei processi unitari messi in campo. Non si può costruire l’unità a partire da accordi di vertice fra organizzazioni ed aggregazioni che nel corso del tempo si sono divise,
senza percorsi reali di condivisione democratica e partecipata di contenuti e priorità.
Non si può costruire l’unità solo sulla base delle scadenze elettorali e meno ancora
con l’unico obiettivo di superare quorum e sbarramenti con liste improvvisate ed espressione di equilibri incomprensibili ai più. Non si può costruire l’unità sulla base di pregiudiziali ideologiche o organizzative tese a pretendere scioglimenti, abiure ed ulteriori divisioni nelle già troppe organizzazioni esistenti. Riteniamo sia necessario fare un salto di qualità che non ripeta gli errori del passato.
Per questi motivi la direzione del Prc ritiene – autocriticamente e conscia dei propri limiti e della propria non autosufficienza – di offrire ad una libera discussione, non predefinita negli esiti, idee che ritiene utili per poter determinare il salto di qualità che tutti sentono necessario.
1. Sarebbe necessario avviare un processo fondativo di un soggetto politico unitario della sinistra sulla base di una piattaforma antiliberista che delinei l’uscita a sinistra dalla crisi, che si connoti per l’autonomia e l’alterità rispetto al centrosinistra, per l’esplicito collegamento con tutto il sindacalismo di classe e i movimenti di trasformazione, per il riferimento alla Sinistra europea e al Gue.
2. Sarebbe importante che tale soggetto assumesse come centrale la ricostruzione della sovranità popolare e la rifondazione democratica di ogni ambito della vita sociale e politica. Dalla democrazia nei luoghi di lavoro, allo sviluppo della
democrazia partecipativa e diretta, alla ripresa di un’iniziativa costante per il proporzionale nella democrazia rappresentativa.
3. È indispensabile che il processo di costruzione di tale soggetto non avvenga in modo verticista e pattizio ma attraverso il coinvolgimento democratico e partecipato di tutte le persone concordi con gli obiettivi unitari, sulla base del principio una testa un voto. Che il soggetto unitario abbia piena titolarità sulla rappresentanza elettorale. Che le forze organizzate, locali e nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo
unitario senza sciogliersi, si impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed a garantire la libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto politico da parte dei propri iscritti e iscritte.
È questa la proposta che mettiamo a disposizione del confronto a sinistra, nella convinzione che il popolo della sinistra debba e possa costruire un nuovo soggetto politico unitario per la lotta, la partecipazione, la trasformazione.