NO ALLA SVENDITA DELLA VILLA DI RUSCIANO

admin 10 maggio 2012 0
NO ALLA SVENDITA DELLA VILLA DI RUSCIANO

NO ALLA SVENDITA DEL PATRIMONIO PUBBLICO

NO ALLA SVENDITA DELLA VILLA DI RUSCIANO

 

Uno dei principali obiettivi del governo Monti è quello delle privatizzazioni e della svendita del patrimonio immobiliare pubblico. Giustificato con la monocultura del fare cassa, si sta consentendo l’alienazione a prezzi stracciati di un compendio immobiliare di elevatissima qualità urbana e ambientale. La grande svendita è in atto da oltre un decennio, dalle cartolarizzazioni di Tremonti a tanti altri provvedimenti, fino ai giorni dell’attuale governo. Anche Matteo Renzi vuol fare la sua parte: dopo averci provato con l’Ataf, Palazzo Vecchio ha inserito la villa trecentesca  nell’elenco dei beni da vendere per fare cassa…

La Villa di Rusciano si trova in via Benedetto Fortini 37 nel quartiere di Gavinana. Si trova in una zona collinare con una magnifica vista sulla città. Il nome deriva dal podere su cui fu costruita, un ampio appezzamento di terra la cui vicenda inizia con la fondazione stessa della città di Firenze, nel I secolo a.C., quando Giulio Cesare spartì il territorio dell’agro fiorentino tra i suoi veterani. La zona collinare a sud dell’Arno toccò in sorte a un soldato di nome Roscius, da cui il toponimo Rusciano. Il primo nucleo della Villa è sicuramente   antecedente al 1300, giacché le prime notizie in merito si hanno da Franco Sacchetti che cita la dimora e il suo podere nel Trecentonovelle.  Luca Pitti acquistò la tenuta e la fece ristrutturare verso la metà del Quattrocento da Filippo Brunelleschi.

All’interno si conservano anche una robbiana con putti e alcune pregevoli strutture in pietra, come i portali e il caminetto. Il giardino presenta una terrazza panoramica e vi sono impiantati grandi cipressi e altre essenze arboricole pregiate.

Nel 1472 il podere e la villa furono acquistati dalla Repubblica fiorentina, che li concesse in uso a Federico III da Montefeltro duca di Urbino, all’epoca capitano generale delle forze armate fiorentine. La villa ebbe altri numerosi proprietari e nel corso del Cinquecento pare vi abbia lavorato anche Michelangelo Buonarroti. Nell’Ottocento appartenne a Emanuele Fenzi e alla sua famiglia. Successivamente è stata utilizzata come orfanotrofio prima e scuola poi. Ha quindi ospitato un asilo nei locali del piano terreno e delle antiche scuderie, fino alla metà degli anni ottanta, e il Liceo Scientifico Piero Gobetti fino al 1996.

Attualmente la Villa ospita l’istituto regionale per l’ambiente e l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Firenze. La struttura mostri evidenti, gravissimi e colpevoli segni di incuria e degrado, a differenza del parco che invece a partire dagli anni novanta ha visto un ampio e risolutivo intervento di recupero ad uso pubblico ed è oggi tra i più affascinanti polmoni verdi della città.

 

Vendere il patrimonio del Comune per far cassa è una scelta sbagliata, costituirebbe una grande perdita rispetto al patrimonio comunale (cioè di tutta la collettività) e un rischio per la conservazione dell’intero complesso, visto che si vuole vendere la villa e una porzione di terreno di pertinenza della casa ex rurale. Il resto, cioè il magnifico parco, rimarrebbe pubblico, vale a dire manutenuto a spese dell’amministrazione comunale a tutto vantaggio del futuro proprietario della villa che ne beneficerebbe in pieno!

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