All’inizio del 900 la SPd aveva raggiunto una forza politica ed organizzativa di primordine: alle elezioni del 1903 per il Reichstag aveva avuto più di 3 milioni di voti ( 31,7%) e anche se il sistema elettorale maggioritario con collegio uninominale la pregiudicava,( infatti l’area cattolica e quella nazionale ai ballottaggi si aggregavano), era il secondo gruppo parlamentare. Gli iscritti erano 344.000 nel 1905 e 1.100.000 nel 1913; nel 1905 aderirono ai sindacati liberi( FG)di indirizzo socialista 1344.400 lavoratori e quasi il doppio nel 1913. Numerosissime poi erano le associazioni culturali e del tempo libero che facevano riferimento alla Spd : la lega operaia di ginnastica e sport organizzava 190000 persone, le corali operaie circa 100000, la lega ciclistica operaria circa 160000; alle cooperative di consumo erano tesserati circa 1400000 tedeschi, per non parlare dei circoli culturali, associazioni giovanili, squadre di calcio, teatri del popolo che formavano il tessuto politico e culturale socialista a cui davano voce circa 80 quotidiani per una tiratura di più di 1.500.000 di copie. Il radicamento sociale aveva dietro di se una lunga storia:
Le origini del partito risalivano al congresso di Gotha del 1875 quando dall’unificazione delle diverse componenti che avevano animato fino a quel momento il M.O. tedesco ( e soprattutto le due principali quella marxista e quella lassalliana) era nato il partito socialista operaio di Germania ( SAPD) quasi subito oggetto di pesanti misure repressive da parte del governo Bismark fino alla messa fuorilegge nel 1878. Da quel momento i socialdemocratici potevano candidarsi come singoli non come forza organizzata ma nonostante le condizioni di semilegalità il partito crebbe come iscritti e anche come eletti. La legislazione antisocialista ebbe però notevoli conseguenze sia nel breve che nel lungo periodo: 1) il fatto che l’unica attività ufficialmente permessa fosse quella del gruppo parlamentare fece assumere a quest’ultimo un ruolo centrale trasformandolo nell’organo decisionale effettivo; in secondo luogo le caratteristiche della repressione bismarkiana convinsero dirigenti e quadri socialisti della necessità di attenersi strettamente a un corso legalitario. L’attività politica finì con l’identificarsi con la propaganda e la partecipazione alle elezioni. La legislazione antisocialista radicalizzò la contraddizione presente fin dall’inizio tra l’aspirazione a rappresentare gli interessi della classe operaia e la necessità impellente di portare avanti obbiettivi di natura democratica radicale, senza però trovare alleati con le forze borghesi . Con la caduta delle leggi antisocialiste nel 1890 la SAPD poté tornare alla piena legalità modificando il proprio nome in SPD e approvando un nuovo programma politico ( congresso di Erfurt 1891 dove la SPD ( sostituì al Programma di Gotha di ispirazione lassalliana un programma ispirato al marxismo;). Il documento , che rimase a lungo il testo base della socialdemocrazia tedesca, era diviso in due parti: la prima dovuta alla penna di KAUTSKY analizzava il futuro del capitalismo come segnato dal prevalere dei monopoli, dalla crescente polarizzazione di classe e dalla pauperizzazione dei lavoratori: l’unica via d’uscita era individuata nella socializzazione dei mezzi di produzione per giungere alla quale era necessario che il partito conquistasse il potere politico; la seconda parte , stesa da BERSTEIN conteneva un lungo e dettagliato elenco di obbiettivi a breve termine , considerati raggiungibili nell’ambito del quadro politico e sociale esistente. Il periodo dopo la caduta delle leggi antisocialiste fu una caratterizzato da grande crescita organizzativa ma anche da un dibattito teorico lacerante: 3 erano le questioni chiave: la questione delle alleanze politiche, il rapporto fra tattica parlamentare e pressione extraparlamentare, il nesso tra organizzazione e spontaneità di massa. In occasione della controversia teorica suscitata dal volume di Berstein “I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia” 1899 in cui prendeva nettamente le distanza dal programma di Erfurt 1891 ( revisionismo) nello schieramento antirevisionista si trovarono riunite tendenze e personalità diverse: una parte della direzione del partito rappresentata dal vecchio BABEL, una corrente centrista, e poi una sinistra composta da giovani come R. Luxemburg, C. Zetkin, A Thalheimer, F.Mehring. Se la posizione di Bebel si può considerare di attendismo rivoluzionario, poiché dava per scontato che solo la conquista del potere politico avrebbe potuto permettere ai lavoratori di prendere nelle loro mani il controllo della produzione, dall’altro riteneva che nulla doveva essere fatto per accelerare tale processo che si sarebbe svolto secondo una necessità storica, quella dei centristi ( Kautsky, Hilferding) si traduceva di fatto in una convinta accettazione del sistema democratico parlamentare, unita ad un netto rifiuto di ogni ipotesi di alleanza con le forze borghesi. La sinistra invece sottolineava l’importanza dell’azione di massa non solo a fini immediatamente rivoluzionari ma anche per la democratizzazione del Reich. Non a caso oltre a questo dibattito se ne svolse un altro sia nel partito che nel sindacato sullo sciopero di massa : la FG sia pur con una piccola maggioranza si pronunciò contro ogni ipotesi di sciopero di massa e contro l’idea di trasformarlo in sciopero generale, la SPd riconosceva la liceità dello sciopero generale ma solo in un contesto difensivo qualora cioè le libertà fondamentali, associazione o il suffragio universale fossero messi in discussione. ( il contesto in cui si svolsero queste discussioni era quello di un Reich guglielmino in cui si aveva un miscuglio fra stato parlamentare di diritto e stato autoritario con una struttura federale che lasciava ai diversi Lander una larga autonomia anche per quello che riguardava l’organizzazione interna e la legge elettorale. Negli stati della Germania meridionale , dove a uno sviluppo industriale relativamente ritardato si accompagnavano costituzioni di tipo liberale, la compresenza di una minore polarizzazione sociale e di una maggiore apertura politica avevano trasformato la SPD in un forza compiutamente riformista e inserita nel sistema; diversa la situazione al nord specie in Prussia , dove vigeva ancora il sistema elettorale delle tre classi e il voto non era segreto ma espresso di fronte alla commissione elettorale cosa che impedì alla SPD di essere rappresentata nel landtag prussiano fino al 1908. Di conseguenza il rifiuto teorico di una prassi riformista da parte della maggioranza della SPD rifletteva anche il dato della mancanza di spazi reali per la sua realizzazione). Il dibattito d’altra parte era limitato ad una minoranza, la rivista teorica vendeva 10000 copie mentre il giornale satirico arrivava a 370000, e sempre maggiore nei vertici del partito e del sindacato era il ruolo degli uomini dell’apparato. Con l’entrata di EBERT nella direzione del partito (1905) e con la sua elezione a presidente ( era uno dei due) della Spd fu realizzata una politica che metteva al primo posto l’integrazione della SPd nella società guglielmina e in particolare nella realtà istituzionale dell’impero. Nel clima nazionalista creato dalle classi dirigenti non era facile per la SPd rintuzzare le accuse antipatriottiche, tantoché si fece strada anche una posizione di comprensione verso la politica coloniale ( i socialdemocratici vennero accusati di aver denunciato la politica genocida condotta dal Reich nell’Africa sud occidentale), che però non bastò ad evitare una campagna elettorale tutta contro la SPD che portò al dimezzamento del gruppo parlamentare nelle elezioni del 1907 .( Nelle successive elezioni del 1912 fu recuperato terreno grazie anche ad una alleanza con la sinistra liberale che appoggiò il partito nei ballottaggi al prezzo però di avvicinarsi sempre più ad un ottica nazionale). Nel 1914 mentre l’Europa precipitava verso la guerra ci furono grandi manifestazioni di massa per la pace ma dopo la dichiarazione di guerra alla Russia la prima reazione del Mov. op. tedesco fu di totale disponibilità: l’assemblea dei direttivi di tutti i sindacati che facevano capo alla FG decise di interrompere ogni vertenza di natura salariale e di togliere l’appoggio agli scioperi in corso, alla manifestazione di lealismo patriottico dei sindacati seguì il 4 agosto 1914 ( 24 ore dopo la dichiarazione di guerra alla Francia) il voto favorevole ai crediti di guerra dell’intero gruppo socialdemocratico al reichstag ( nella riunione interna del gruppo 78 avevano votato a favore, 14 contro e 18 si erano astenuti). Nelle settimane successive a tener fede alle tradizionali posizioni antimilitariste rimasero pochi sia nella classe operaia che nelle sue organizzazioni. La linea che opponeva pacifisti a social patrioti non riproduceva le vecchie divisioni del partito, accanto alla sinistra radicale che diede vita a diverse riviste ( come Die internazionale e Lettere di Spartaco) si schierarono centristi come HAASE e anche il capofila dei revisionisti BERNSTEIN. Il 2 /12/1914 si verificò il primo atto pubblico di dissenso infatti LIEBKNECHT ruppe la disciplina di partito e votò al Reichstag contro nuovi crediti di guerra; un anno dopo ben 20 parlamentari spd seguirono il suo esempio ( guidati da Haase e Bernstein); ma già il 1 maggio gli operai berlinesi erano scesi in piazza in scioperi spontanei contro il peggioramento delle condizioni di vita. I deputati dissidenti furono espulsi dal gruppo parlamentare e ne costituirono uno proprio che prese il nome di Gruppo di lavoro socialdemocratico ( SAG). Il panorama della dissidenza Spd si andava popolando di sigle: attorno alla rivista Die Internazionale era sorto all’inizio del 1916 lo Spartakusbund ( la lega di Spartaco); nuclei militanti di sinistra forti soprattutto ad Amburgo e a Brema avevano costituito i Socialisti internazionali di Germania ( ISD); la direzione dell’organizzazione giovanile rifugiata in Svizzera sotto la guida di Munzenberg pubblicava la rivista Jugend Internationale. Tutti questi gruppi si muovevano nella prospettiva di un rinnovamento del partito .. Dal 1916 al 1918 si sviluppò un movimento semispontaneo di delegati di fabbrica che organizzava scioperi e proteste, non di rado collegate a gruppi radicali della FG, intrecciando la lotta rivendicativa contro il progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita ( durante la guerra i salari reali persero circa il 25% del loro valore) e la protesta politica contro la guerra. Fu questo il terreno su cui iniziò a realizzarsi un rapporto fra i nuclei della sinistra socialdemocratica e segmenti di classe operaia; l’arresto di Liebknecht, a Berlino durante la manifestazione dello Spartackusbund per il 1 maggio 1916 e la successiva condanna a 4 anni di carcere per comportamento antipatriottico scatenarono il 28 /6 uno sciopero a cui parteciparono oltre 55000 metalmeccanici berlinesi. La rottura definitiva fra la sinistra antimilitarista e la destra “ patriottica” avvenne poco dopo: nel settembre 1916 la Sag chiamò a raccolta tutte le opposizioni socialiste al reich e risposero all’appello sia i seguaci di Bernstein e Haase che i membri dello Spartacusbund e dell’ISD. La direzione della Spd ( da quel momento MSPD) rispose con l’espulsione dal partito dei deputati che facevano parte della Sag che quindi fu costretta a dar vita ad una nuova formazione, il Partito socialdemocratico indipendente (USPD) il cui congresso fondativo si tenne nei giorni di pasqua del 1917. Oltre il 40% dei 450000 tesserati Spd optò per il nuovo partito ( oltre il 50% nelle grandi città). Confluirono in questo nuovo partito tendenze assai diversificate ( revisionisti e centristi oltre a Bernstein e Hasse anche Kautsky e Hilferding) e radicali che si collocavano a sinistra dello Spartacusbund. Il programma aveva una forte accentuazione pacifista, rivendicava una pace senza annessioni, il ripristino delle libertà politiche e sindacali , la liberazione dei prigionieri politici,l’introduzione in tutto il reich del diritto di voto ( maschile e femminile) uguale e segreto. Il peggioramento delle condizioni di vita, il verificarsi della rivoluzione d’ottobre, nonché la mancanza di una prospettiva di una pace negoziata finirono col creare una miscela esplosiva che, già annunciata dalla proteste dei marinai nel 1917 si manifestò in modo dirompente nel gennaio 1918 con gli scioperi in tutte le città. Ovunque gli scioperanti elessero proprie rappresentanze fabbrica per fabbrica e costituirono rappresentanza cittadine segnando così l’avvio della rivoluzione tedesca. Nei mesi successivi il sistema politico dell’impero procedette a grandi passi verso la dissoluzione: nell’agosto 1918 le gerarchie militari, ritenendo la sconfitta inevitabile, invitarono la cancelleria ad intavolare trattative di pace e fecero pressioni per la costituzione di un governo a larga base parlamentare imperniato sui partiti del centro e sulla MSPD che erano favorevoli ad una monarchia parlamentare. Ma la decisione era giunse troppo tardi: l’ondata rivoluzionaria partita il 3 novembre da Kiel, dove i marinai( stanchi della guerra vollero impedire che la flotta prendesse il largo per l’ultima battaglia suicida contro gli inglesi) si ammutinarono e costituirono comitati di lotta, prendendo il controllo della città, travolse le progettate riforme ; in pochi giorni la rivolta si estese a tutto il reich, il movimento dei consigli dilagò, le autorità tradizionali del Reich e degli stati federati furono esautorate e ogni potere passò nelle mani di operai e soldati. A Monaco il 7/11 si costituì un Consiglio nazionale provvisorio della Baviera, a cui parteciparono entrambi i partiti socialisti che formarono un nuovo governo regionale sotto la guida di K. EISNER. A Berlino l’ondata giunse due giorni dopo:gli operai in sciopero invasero la città, i soldati della guarnigione si dimostrarono in maggioranza solidali. Il movimento fu spontaneo e prese tutti di sorpresa. La MSPD si trovò così a dover gestire un potere fondato su una rivoluzione che non aveva desiderato e verso cui non aveva simpatia. Il 10/11/1918 Guglielmo II fuggì in Olanda e Ebert ( che voleva la monarchia in funzione antibolscevica) si dichiarò disposto ad assumere il ruolo di cancelliere e l’altro presidente della MSPD Scheidemann proclamò la libera repubblica tedesca di fronte ai soldati ed operai radunatisi davanti al Reichstag. (Quasi contemporaneamente di fronte alle masse altrettanto festanti Liebknecht annunciava la nascita della libera repubblica socialista di Germania). Ebert dovette accantonare l’ipotesi di proseguire la collaborazione con i partiti borghesi cercando di raggiungere un accordo con la sola Uspd per contrastare l’idea di dar vita ad un governo rivoluzionario provvisorio formato dai consigli degli operai e dei soldati. Quando Ebert annunciò che ci si era accordati su un’ assemblea plenaria dei consigli dei soldati e degli operai ci fu entusiasmo; L’ASSEMBLEA PLENARIA riconobbe come governo provvisorio IL CONSIGLIO DEI COMMISSARI DEL POPOLO ( dove la USPD era in minoranza) che divenne sia l’organo guida del governo del reich che l’organo di vertice dei consigli. (I consigli dei soldati a livello inferiore erano composti da appartenenti al ceto medio e l’SPD e comunisti erano scarsamente rappresentati. I Consigli Operai nelle grandi città erano eletti nelle fabbriche ed erano guidati dall’ala conservatrice del movimento sindacale, nelle piccole scelti da assemblee popolari e in questo caso erano elementi provenienti dal ceto medio. Di fatto i consigli si considerano organi di transizione per gestire la fase del vuoto di potere e non strumenti di classe al servizio del mov.op., per cui chiesero la convocazione di un Assemblea costituente a cui riconsegnare il potere). Il primo governo repubblicano, a composizione socialdemocratica, fu guidato da Ebert che prese subito accordi segreti con lo Stato maggiore per impedire la disgregazione dell’esercito, mantenere l’ordine interno e prepararsi a lottare contro la rivoluzione comunista. I socialdemocratici moderati indussero poi il 1 congresso dei consigli dei degli operai e dei soldati ( 16-21dic 1918), al cui interno avevano una schiacciante maggioranza a convocare un’assemblea costituente sulla base di elezioni da tenersi il 19/1/1919. Contro quest’ipotesi si batteva la USPD che chiedeva prima riforme strutturali, ma la Mspd approfittò della crisi di governo del 28/12/ per escludere i ministri dell’Uspd ( la divisione popolare di marina a Berlino aveva preso in ostaggio il comandante della piazza e occupato il Castello, la Cancelleria e il quartier generale, e c’ erano stati scontri con l’esercito inviato dal governo. Nonostante i tentativi di mediazione dell’USPD il governo, rimasto nelle mani della sola MSPD non volle trattare e cercò la soluzione di forza con la nomina di Noske che insieme a Ebert appoggiò la costituzione di corpi franchi ( Freikorps) da parte di ufficiali di carriera che non accettavano di smobilitare.
Nelle ultime settimane del 1918 si consumò la definitiva uscita dello Spartacusbund dalla USPD con la costituzione del Partito comunista tedesco ( KPD) il cui congresso di fondazione si svolse dal 30/12 al 1/1/1919. All’interno del KPD prevalse una linea di estrema sinistra: si decise a maggioranza l’astensionismo alle imminenti elezioni per l’assemblea costituente e la fuoriuscita dalle organizzazioni sindacali. Fu invece accolta la tesi della Luxemburg, contraria alla costruzione immediata di una nuova internazionale per timore che al suo interno i bolscevichi avessero un peso eccessivo. Il nuovo partito si caratterizzava per la presenza di giovani militanti ma aveva le proprie radici nella tradizione socialdemocratica( oltre la metà dei delegati aveva militato prima del 1917 nella SPd). Accanto ad intellettuali radicali figuravano operai metalmeccanici, grafici ( a Berlino, Brema ,Amburgo zone di insediamento socialista) ma anche lavoratori non qualificati espressione di realtà produttive sviluppatesi nel periodo di guerra ( miniera, siderurgia,chimica della Ruhr e della Germania centrale). Politicizzati nel corso del conflitto quest’ultimi erano attratti dall’attivismo rivoluzionario, favorevoli all’insurrezione. Il 5/1/1919 una gigantesca manifestazione operaia, promossa dalla KPD,dall’USPD e dai delegati dei consigli protestò contro la rimozione del ministro degli interni prussiano capo della polizia berlinese E. EICHHORN operaio e militante della USPD. Una parte dei manifestanti sfuggì al controllo degli organizzatori e occupò le redazioni dei quotidiani berlinesi. Noske rispose subito con l’impiego dei freikorps e dell’esercito; si giunse così al conflitto militare che si concluse dopo una settimana con la sconfitta degli insorti e la conseguente ondata di terrore bianco culminata nell’uccisione di R. Luxemburg e di K. Liebknecht ( 15/1/1919). Il movimento fu schiacciato(Quella che in genere viene definita insurrezione spartachista fu in realtà in larga misura un’iniziativa spontanea di massa avvenuta nonostante e contro la volontà del KPD , che poi però la appoggiò. Nonostante le opinioni soggettive di alcuni protagonisti non c’era all’ordine del giorno un ottobre tedesco ( l’unica forza con quella parola d’ordine la KPD era minoritaria), nelle cose possibili era invece la radicale democratizzazione del reich e il ridimensionamento dei poteri delle gerarchie militari, dell’alta burocrazia dei proprietari terrieri dell’Oltrelba e delle concentrazioni monopolistiche industriali. Gli eventi berlinesi segnarono una netta cesura in un processo rivoluzionario fino ad allora caratterizzato da poca violenza e contribuirono in modo decisivo alla divisione del movimento operaio. Intanto gli scioperi proclamati dai consigli operai si allargavano a macchia d’olio e si costituivano effimere repubbliche dei consigli in numerose città:i casi più importanti quella di Brema 10/1 al 4/2 e di Monaco aprile maggio quando fu proclamata una repubblica socialista di Baviera. A svolgere un ruolo direttivo nel movimento di massa furono talvolta i consigli, talvolta la USPD; lo spazio di azione dei comunisti era limitato sia dal carattere minoritario che dallo scarso radicamento ( all’inizio del 1919 la MSPD aveva 1mil. di iscritti, la USPD 300000,il KPD 90000). La MSPD si contrappose duramente: gli scioperi furono stroncati con la forza e con decine di morti nella Ruhr in Sassonia ,nella Turingia; le repubbliche consiliari di Brema e Monaco furono represse dall’esercito e dai freikorps con oltre 300 morti a Brema e oltre 600 a Monaco. La KPD fu posta fuorilegge.
Alle elezioni per l’assemblea costituente del 19/1/ 1919 le prime a suffragio universale ( votarono anche le donne) con voto segreto, uguale e proporzionale la MSPD risultò il primo partito con il 37,9% ( 163 deputati), seguito dai cattolici dello Zentrum (18,8 , 91 seggi) e dalla sinistra liberale ( Partito democratico tedesco DDP); distanziata la destra liberale ( Partito popolare tedesco DVP) e il conservatore Partito popolare tedesco nazionale ( DNVP) ma modesto anche il risultato della USPD 7,6% (22 seggi). Due le motivazioni della vittoria della MSPd: da un lato anche all’interno del movimento dei consigli la vecchia socialdemocrazia aveva mantenuto solide radici dall’altro sulla MSPD si era concentrato in misura significativa un voto moderato che vedeva nel suo gruppo dirigente un baluardo sicuro di fronte a spinte radicali. La USPD raccolse buona parte di tali spinte ma non riuscì a dar loro forma politica mentre il gruppo dirigente della MSPD aveva un intento chiaro e preciso ancorché contraddittorio: costruire una repubblica democratica parlamentare attraverso un compromesso con le elité tradizionali dell’impero, in particolare con le gerarchie militari, la grande industria e la burocrazia pubblica ( tutti gruppi antirepubblicani), scelta che di lì a poco l’avrebbe resa incapace di difendere quella stessa costituzione che aveva fortemente voluta. Decisivo fu poi l’appoggio della FG con 6 milioni di iscritti che nel 1919 si erano rifondati col nome di Federazione generale tedesca dei sindacati ( ADGB): questa insieme ai sindacati cristiani e liberali aveva raggiunto con le associazioni imprenditoriali un accordo (15/11/1918) per il reciproco riconoscimento e la creazione del sistema concertativo, in netta opposizione con le richieste dei consigli. Con quest’accordo si dette vita alla comunita’ centrale del lavoro, in cui i sindacati vennero riconosciuti come controparti con pari diritti; fu ottenuta la giornata lavorativa di 8 ore e l’istituzione dei consigli di fabbrica nelle imprese con più di 50 dipendenti, ma il continuo ritiro delle concessioni costrinse i sindacati a denunciare l’accordo il 31/3/1924.
La SPD formò un governo di coalizione con i cattolici e i liberali di sinistra occupando però le maggiori cariche dello Stato: Ebert fu presidente della repubblica e Scheidemann ottenne la guida del governo (11/2/1919). In agosto venne promulgata la nuova costituzione ( COSTITUZIONE di WEIMAR) secondo i principi della democrazia borghese. La Germania diventava una repubblica federale con un governo centrale e 17 laender regionali; il potere legislativo venne affidato ad un Reichstag di fronte a cui il cancelliere era responsabile; il Presidente della repubblica capo del potere esecutivo ed eletto direttamente dal popolo ogni sette anni venne dotato di grandi poteri, a lui toccava il comando delle forze armate,poteva sottoporre a referendum popolare qualsiasi legge, e l’art 48 gli consentiva di sospendere in casi di emergenza le libertà civili e di prendere misure per salvaguardare l’ordine ( quindi una repubblica parlamentare con forte sbilanciamento in senso presidenziale)
Nei mesi successivi la destra antirepubblicana intensificò le proteste contro le condizioni di pace (Cominciò a prendere campo il nazionalismo antiparlamentare e antisocialista, portavoce di questa destra Ludendorff che diffondeva la leggende che la sconfitta fosse stata la conseguenza del tradimento degli elementi antinazionali: in questo quadro nacque a Monaco il 5/1/1919 il partito operaio tedesco che poi nell’agosto 1920 si trasformò nel Partito nazionalsocialista operaio tedesco ( NSDAP).
la MSPD sostenne la necessità di sottoscrivere gli accordi di Versailles( 28/6/1919) pur definendoli un’imposizione ingiustificata ma non aprendo un dibattito sulle responsabilità tedesche. Invece la USPD propose di esautorare tutti coloro che avessero avuto responsabilità nella conduzione del conflitto per ottenere condizioni di pace migliori. Una posizione sui generis fu presa dalla quasi clandestina KPD che dichiarò che sia l’accettazione che il rifiuto delle condizioni di Versailles sarebbero state una catastrofe. Nel corso dell’anno la USPD conobbe una grande afflusso di nuovi iscritti , si passò da 350 000 a 750000 ereditando la base sociale della Spd prebellica, mentre la Mspd penetrò in aree territoriali e ceti dove era del tutto assente. Nella USPD però si riprodusse il contrasto tra un’ala sinistra sostenitrice del potere assoluto dei consigli e una destra che puntava a un compromesso fra democrazia parlamentare e democrazia consiliare: tale dissidio fu ricomposto nei congressi Berlino e Lipsia marzo e dicembre 1919 anche se la supremazia della sinistra apparve chiara. Nella clandestinità la KPD stava intraprendendo un importante correzione di linea: privata dei suoi cervelli ( a marzo era stato ucciso anche Jogiches) trovò una guida in P. Levi sostenitore sul piano organizzativo di una forte centralizzazione e sul piano politico dell’opportunità di partecipare alle elezioni e di lavorare all’interno delle FG. Egli si scontrò con una forte opposizione interna presente in genere nei centri operai: il conflitto esplose al III congresso svoltosi nella legalità nel febbraio 1920 quando i dissidenti furono espulsi. Questi si sarebbero dopo poco raccolti in un partito comunista di tendenza radicale il Partito comunista operaio di Germania ( KAPD) che riuscì a raggruppare nelle sue file 40000 iscritti quasi la metà dei militanti del KPD. Il programma del KAPD che divenne per breve tempo il punto di raccolta dell’estremo radicalismo operaio prevedeva la dittatura del proletariato attraverso la costruzione di una democrazia consiliare, rifiutava ogni partecipazione alle istituzioni dello stato borghese ( dal parlamento al sindacato) e teorizzava l’azione diretta di massa. La KAPD ebbe un certo ruolo fino al 1921 ma poi perse ogni peso politico frantumandosi in gruppi contrapposti, espressione di istanze anarchiche e sindacaliste rivoluzionarie.
Proprio all’indomani della scissione della KPd si verificò il cosidetto putsch Kapp e Luttwitz: la sera del 12 /3/1920 su ordine di quest’ultimo ( rimosso il giorno prima dalla carica di comandante del I corto d’armata della Reichswehr) 5000 fanti di marina occuparono i palazzi dei ministeri a Berlino tentando il colpo di stato militare. Di fronte al rifiuto dei vertici dell’esercito di mobilitare i reparti di stanza a Berlino Ebert e i membri del governo si rifugiarono a Stoccarda; ma nelle prime ore del giorno dopo venne diffuso, forse all’insaputa di Ebert un appello firmato dal presidente della Mspd Wels che invitava i lavoratori allo sciopero generale. Il giorno stesso si svolse un incontro cui parteciparono le direzioni della ADGB, dei sindacati degli impiegati, della MSPD e dell’USPD e fu proclamato lo sciopero generale. All’inizio la KPD si era pronunciata contro lo sciopero, affermando che la repubblica democratica non era altro che una maschera della dittatura borghese, ma quando in Sassonia e in Turingia, nella Ruhr i militanti operai si misero in sciopero anche la KPD lanciò lo slogan dell’unità di tutte le forze operaie contro la reazione. Gran parte della Germania fu paralizzata, nelle file dei golpisti si diffuse lo sconcerto e nei vertici della REichswehr il timore della guerra civile, Kapp e Luttwitz si videro costretti a farsi da parte in cambio dell’amnistia: lo sciopero, che aveva coinvolto 12 milioni di persone però continuò assumendo spesso carattere insurrezionale con le formazioni delle milizie operaie che si scontrarono con l’esercito. Per porre termine alla sciopero la ADGB pose alcune condizioni fra cui le dimissioni di Noske dal ministero delle forze armate, il proprio coinvolgimento nelle scelte politiche future del governo e il soddisfacimento di una serie di richieste nel campo della politica sociale. Queste furono accolte e lo sciopero finì. Ma il rimpasto governativo fu tutto tranne che uno spostamento a sinistra e l’epurazione nell’esercito e nell’amministrazione solo di facciata ( cambiamenti ci furono solo in Prussia col nuovo governo guidato dai socialdemocratici Braun , Severing e Ludemann): i golpisti rimasero impuniti mentre centinaia di membri delle milizie operaie sconfitte furono fucilati sul posto secondo la legge marziale. A cose fatte il governo del Reich presieduto dal maggioritario Muller e Ebert avrebbero dato il loro consenso a questi atti di giustizia sommaria. La destra antirepubblicana messa alle corde dallo sciopero generale riacquistò spazio e nei settori più radicale del M.O. si radicò profondamente l’idea del tradimento socialdemocratico. Il sindacato non riuscì a monetizzare i compromessi raggiunti e da allora ripiegò solo sul terreno salariale e normativo non indicendo più scioperi generali neanche nel1932- 33.
I risultati delle elezioni 6/6/1920 : la MSPD si dimezzò,l’USPD raddoppiò( 17,6%) la KPD raccolse quasi 600000 (2%) voti. La MSPD passò all’opposizione ma senza diventare un oppositore radicale. La Uspd non potè approfittare del grande risultato elettorale perché al congresso di Halle del 1920 il partito si lacerò sull’accettazione o meno dei 21 condizioni poste per l’ammissione al Comintern ( 236 a favore 156 contro). Nel dicembre successivo i vincitori si fusero con la KpD, gli sconfitti rimasero autonomi per 2 anni e poi rientrarono nella MSPD riprendendo la vecchia sigla SPD. Con l’ingresso degli oltre 300000 militanti della USPD il Partito comunista si trasformò da gruppo fortemente minoritario in forza relativamente di massa. In un primo momento venne confermata la linea moderata di Levi, incline a l lavoro di massa e fautrice dell’unità di azione con gli altri partiti operai,ma forti pressioni venivano da altri settori del gruppo dirigente perché venisse rilanciata una linea più radicale. Dopo le dimissioni nel febbraio 1921 dal vertice del partito di Levi e C.Zetkin il loro posto fu preso dai membri della “ sinistra” che d’intesa col Comintern sposarono la linea insurrezionale. L’azione era programmata per aprile ma partì due settimane prima perché unità della polizia avevano occupato il distretto industriale di Halle Mersenburg da dove avrebbe dovuto partire l’insurrezione. La Kpd lanciò la parola d’ordine dello sciopero generale e dell’insurrezione che però ebbe un seguito limitato ( MARZO 1921 ): circa 3000 operai impugnarono le armi, le milizie rosse ressero lo scontro per una diecina di giorni ma vennero sconfitte senza rimedio ( 145 morti); malgrado il disastro la direzione del partito perseverò nel considerare corretta la strategia e Levi che aveva pubblicamente criticato l’azione di marzo fu espulso . La maggioranza dei dissidenti confluì nella USPD e poi nella SPD; la crisi non fu solo di vertice tanto che nei mesi successivi 100000 militanti abbandonarono il partito. La crisi fu arginata solo alla fine del 1921 con il ritorno alla politica del fronte unico ( linea fatta propria dal Comintern) e con la mobilitazione delle sinistra , comunisti compresi, dopo l’assassinio del ministro degli esteri democratico Rathenau . A differenza del Pci ,che negli anni della direzione bordighiana mantenne in contrasto con la direttiva del Comintern un rifiuto pregiudiziale verso il fronte unico antifascista, la KPD sviluppò nel 1921-1923 una vasta azione contro il fascismo nascente; la sua linea politica infatti tendeva ad unire la lotta antifascista di massa ad obbiettivi di profondo cambiamento nello stato e nella gestione della vita pubblica e combinava la denuncia dei legami tra la destra radicale e le elitè dominanti tradizionali con l’individuazione dei suoi tratti originali di movimento di massa con larghe basi nella piccola borghesia declassata ( il fascismo come reazione di classe e movimento di massa). La KPD ricerca quindi una politica di alleanze del mov.op. anche con l’idea ( 1922) di una difesa della Rep. Di Weimar contro la reazione).
Sulla modalità di attuazione della linea del fronte unico si aprì un conflitto fra la direzione, che godeva dell’appoggio del rappresentante del Comintern Radek e la sinistra di Berlino e Amburgo. Per i primi si trattava si trattava di una prospettiva di medio periodo che doveva permettere di costruire un rapporto stabile con la socialdemocrazia in vista di un governo operaio che si appoggiasse su organismi proletari di massa senza ancora coincidere con la dittatura del proletariato; per la seconda essenzialmente di uno strumento tattico per smascherare la Spd e conquistare le masse.
LA CRISI DELLA RUHR E L’OTTOBRE TEDESCO DEL 1923
L’11/1/1923 l’esercito franco belga drammatizzando la questione delle riparazioni entrava nella regione della Ruhr. Il cancelliere tedesco W. CUNO ,insediatosi nel novembre 1922 ,sostenuto dalla grande industria e dalle forze conservatrici aveva cercato di dimostrare l’impossibilità del suo paese di far fronte agli obblighi imposti dai vincitori, mentre il primo ministro francese POINCARE voleva utilizzare ogni inadempimento tedesco per conquistare il controllo di un’area industriale fondamentale per la Germania.
In Germania si diffuse un ondata di indignazione nazionale, il governo proclamò la resistenza passiva e la maggioranza della SPD e la Direzione della Federazione generale tedesca dei sindacati (ADGB) annunciarono l’appoggio al governo ( i lavoratori tedeschi scioperarono sostenuti dalle finanze dello stato che fu costretto a stampare immense quantità di moneta). In realtà il paese era diviso, perché l’occupazione della Ruhr fornì terreno fertile per la propaganda antirepubblicana delle destre ( denuncia del diktat di Versailles, eliminazione dei traditori di novembre, sconfitta dei marxisti e degli ebrei erano le parole d’ordine). D’altra parte sebbene la resistenza passiva pesasse enormemente sul bilancio dello stato il governo Cuno evitò ogni iniziativa che potesse colpire gli interessi del grande capitale per stabilizzare la situazione finanziaria lasciando spazio ad una spirale inflazionistica che nel giro di pochi mesi portò alla polverizzazione del marco.
La grande inflazione ebbe effetti devastanti :particolarmente colpiti furono le classi medie che persero tutti i risparmi .Alla fine del 1923 si cambiava 1 dollaro con 4200 miliardi di marchi (a luglio era 1 a 160000, 1kg di pane di segala il 3/1/1923 costava 163 marchi, nel luglio 1630, il 1/10/- 9 milioni, il 5/11- 78 miliardi, il 29/11- 223 miliardi); a questo punto si ritirò la vecchia moneta sostituendola con una nuova ( 1 marco contro 1000 miliardi di marchi vecchi). E’ allora che abbiamo l’intervento degli Usa con il piano del finanziere DAWES secondo cui la Germania non poteva pagare le riparazioni di guerra se non veniva messa in condizione di produrre in modo adeguato. Gli uomini d’affari Usa videro nel piano un ottimo strumento per impiegare i capitali investendoli in un apparato produttivo solido come quello tedesco. Nell’agosto 1924 il piano Dawes venne accettato dagli alleati e dalla Germania: la Banca centrale tedesca fu sottoposta alla sorveglianza degli alleati e affidata all’economista tedesco H. SCHACT severo custode della stabilità del marco. La ripresa economica fu enorme ma si trattava di uno sviluppo drogato dai continui prestiti provenienti dall’estero. Fra il 1928 e il 1929 fu messo a punto un nuovo piano Young che fissava in 121 miliardi di marchi la somma da restituire ( meno 17% di quella di Dawes e annullava le forme di controllo sull’economia tedesca). Ma la grande depressione investì frontalmente l’economia tedesca che dipendeva in gran parte dai capitali Usa: senza questi, restringendosi le possibilità di assorbimento dei mercati esteri e quindi le esportazioni indispensabili a pagare le importazioni, la macchina industriale tedesca si inceppò: la disoccupazione passò da1,5 m. nel 1929 a 6 m. nel 1932, la produzione industriale cadde del 50%
Le forze del Mov.Op. si trovarono in grande difficoltà: l’ SPD rimase subalterna a Cuno con la paura di rinfocolare la leggende della pugnalata alle spalle. I comunisti tedeschi non potevano avallare la politica del governo tedesco né accettare l’azione francese: la parola d’ordine fu né Poincare né Cuno; la KPD pose in primo piano il rovesciamento del governo Cuno e la difesa delle condizioni immediate della classe operaia tedesca attraverso una presenza attiva negli scioperi e nel movimento dei consigli di fabbrica, attivò organismi di base come la commissione di controllo dei prezzi e organizzò una vasta campagna antifascista con la costruzione di centurie proletarie( organismi di autodifesa operaia). Nel maggio 1923 emersero nella KPD posizioni di larvato sostegno alla resistenza passiva ma soprattutto risorse il contrasto tra il gruppo dirigente sostenitore della politica del fronte unico e la minoranza dei sinistra che considerava matura la lotta per il potere sovietico in Germania. Questo spinse all’intervento il Comintern per superare la crisi che stava paralizzando il partito: all’inizio non cambiò molto perché si continuò ad essere presenti nei movimenti di massa si cercò di rafforzare il partito ma si fu anche attenti a non radicalizzare lo scontro con lo stato. Il fatto nuovo fu che la KPD assunse una posizione più sensibile ai richiami alla difesa nazionale tedesca e al pericolo di un’ascesa del fascismo cercando di realizzare un’azione unitaria del M.O., di attuare una politica di alleanze verso le masse proletarizzate della piccola borghesia e di presentare il proletariato come l’unica classe capace di difendere gli interessi della nazione. Questo indirizzo era tattico e un pò ambiguo ma ormai si era consapevoli che in Germania c’era un movimento fascista di massa capace di rivolgersi agli strati sociali più diversi e in grado di coniugare conservazione e cambiamento che si stava coagulando intorno ai nazisti. Il 12 agosto il governo si dimise e le principali forze politiche formarono un governo di coalizione presieduto da STRASSENMANN che operò per stabilizzare la moneta e riavvicinarsi alla Francia, tale tentativo fu contrastato da varie parti, anche da destra tentativi di colpo di stato ma il paese approdò grazie al sostegno della finanza Usa a una rinnovata stabilità e a una prolungata esclusione della SPD dall’area di governo. La KPD non capì la fase nuova e il Comintern interpretò la caduta di Cuno come la dimostrazione che anche in Germania fosse matura la rivoluzione, per cui nella tarda estate 1923 si svolsero preparativi per uno sciopero generale insurrezionale. In realtà né la situazione generale del paese nègli orientamenti delle stesse componenti più attive del M.O. tedesco corrispondevano a queste aspettative. L’ingresso dei comunisti nei governi dei lander della Sassonia e della Turingia insieme con gli esponenti della sinistra della SPd provocò alla fine di ottobre l’intervento repressivo della Reichwehr e del governo centrale del reich, ma non portò allo scatenamento del preventivato sciopero generale che con prudenza e lungimiranza fu revocato dalla direzione del KPD. Fece eccezione solo Amburgo dove alcune centinaia di militanti comunisti sostennero scontri armati con la polizia con la passività delle grandi masse lavoratrici.
Il drammatico 1923 con la definitiva eclissi di ogni ipotesi insurrezionale e il fallimento delle coalizioni di fronte unico sperimentate in Turingia e in Sassonia portarono ad un nuovo cambiamento di linea al centro del quale c’era la prospettiva della boscevizzazione del partito e il rilancio della parola d’ordine della dittatura del proletariato. Fuorilegge da novembre 1923 fino a febbraio 1924 la KPD radicalizzò le sue posizioni e al Congresso di Francoforte dell’ aprile 1924 in ossequio alle decisioni prese dal Presidium dell’Internazionale ( gennaio 1924) abbandonò la politica del fronte unico rifiutando qualsiasi trattativa con la SPD ( che veniva definita come una frazione del fascismo). Questa invece rafforzò la propria idea che la repubblica di Weimar era minacciata sia dalla destra radicale e populista che dalla sinistra comunista. Alle elezioni presidenziali del 1925 per la morte improvvisa di Ebert nella seconda tornata la KPD decise ( tra profondi contrasti e contro l’opinione del Comintern) di mantenere il proprio candidato Thalmann 6,4% cosa che permise la vittoria di Hindenburg 48,35 contro l’esponente del Zentrum Marx 45,3%.( Dal 1923 quindi la sinistra era uscita indebolita: la KPD passò da 300000 iscritti a meno di 100000, la SPD da 1200000 a 900000, anche la militanza nella ADGB si dimezzò da 8 milioni a 4; anche sul piano elettorale la sinistra arrivò solo al 27,4%) . Il KPD continuò il processo di bolscevizzazione guidato dall’ala sinistra ( Fisher, Thalmann) che equivalse alla liquidazione della tradizione luxemburghiana a favore di un leninismo identificato con il partito d’avanguardia, il centralismo democratico e il ruolo guida del partito sovietico. Ma nel complesso dibattito che si svolse da metà 1925 al 1927 nell’Internazionale(consci che la linea di sinistra avrebbe accresciuto l’isolamento dei comunisti e fatta diminuire la loro influenza )si affermò una concezione più duttile del fronte unico ( per cui la Fischer e i suoi furono emarginati a favore di Thalmann, il cui gruppo si identificò con la frazione staliniana). Il numero degli iscritti rimase limitato ma il partito ottenne alcuni successi sia nelle elezioni dei parlamenti regionali che nelle elezioni locali, rafforzando anche il suo ruolo nelle organizzazioni sindacali. Il punto più alto fu quando il referendum popolare perché venisse negato ogni indennizzo ai monarchi tedeschi spodestati dalla rivoluzione di novembre fu vinto con 14 milioni di voti 2 milioni più di quelli ottenuti dai due partiti nel dicembre 1924
In quel momento le offerte di collaborazione avevano buon riscontro nella spd che era confinata all’opposizione e in cui l’ala sinistra,con le entrate dei membri della KPD e dell’ USPD , si era rafforzata tantoché ai congressi del 1925 e 1927 ribadì il proprio carattere di partito marxista e operaio.
Dopo elezioni 1928 SPD 9000000 quasi 30% e KPD 3200000 10,6%, la SPD ricostituì un gabinetto a guida socialdemocratica con DBVP , Zentrum e DVP, cancelliere Muller con Hilferding alle finanze. Nello stesso periodo la rottura fra Bucharin e Stalin ebbe effetti anche sulla KPD; il tentativo di indebolire la sinistra interna approfittando di un caso di corruzione in cui era implicato uno stretto collaboratore di Thalmann si rovesciò in una disfatta e portò ad un’epurazione della destra che coinvolse circa 7000 fra militanti e dirigenti. Ennesimo cambiamento della linea politica nel 1928-29 ( linea Comintern) con la previsione di una crisi irreversibile del capitalismo e di una generale ascesa rivoluzionaria in Europa e nel mondo e della fascistizzazione dei regimi borghesi e della stessa socialdemocrazia ( social fascismo). In generale la KPD tracciò un fossato inconciliabile con la SPD e i lavoratori socialdemocratici rifiutando ogni contenuto democratico nella lotta antifascista e considerando l’avvento di Hitler come l’anticamera di una Germania sovietica condannandosi così al più completo isolamento fino al cambio di rotta del 1935. Si scelse la linea della classe contro classe.
Per parte sua la SPD fu paralizzata da un cieco feticismo della legalità considerando il nazionalsocialismo come una semplice espressione di gruppi sociali disgregati senza radici nella società tedesca e si affidò ad un attesa passiva del riassorbimento della crisi in base agli automatismi di mercato e al ripristino della democrazia di Weimar rifiutando qualsiasi forma di mobilitazione unitaria e di massa dei lavoratori.
La linea del social fascismo fu riproposta con forza e alimentata dai fatti del 1 maggio 1929 quando in una giornata di scontri fra manifestanti comunisti e polizia prussiana ( comandata dal socialdemocratico Zorgiebel) ci furono fra i manifestanti 33 morti 189 feriti e oltre 1000 arresti. Da allora la campagna di massa comunista contro la social fascista SPd non ebbe più tregua . Il governo Muller era fragile per i contrastasti quotidiani e la situazione sociale era esplosiva : la coalizione naufragò nel 1930 sulla questione del risanamento del bilancio: la SPD voleva aumentare le tasse sul capitale gli altri ridurre le tutele sociali. In questo quadro giocò un ruolo decisivo Hindenburg che incaricò l’esponente della destra dello Zentrum H. Bruning di costituire un governo presidenziale. Di fronte all’impossibilità di far approvare il bilancio Bruning decise di ricorrere al potere presidenziale di scioglimento del Reichstag ma le elezioni del settembre 1930 in una situazione dominata dal crescere della disoccupazione e dalle continue riduzioni salariali decise dagli imprenditori crearono una situazione di ingovernabilità. I veri vincitori furono i nazionalsocialisti che ottennero il 18,7% che riunirono su di se quasi la metà dei voti del campo “ nazionale”. La sinistra aveva più voti ma gli 8,5 milioni della SPD(24,5%) e i 4,5 dei comunisti non erano sommabili in quel contesto politico. La direzione della Spd scelse la “ tolleranza” verso Brauning convinta che non fosse possibile trovare alleati per difendere la repubblica e che la caduta di questo avrebbe spianato la strada a Hitler; questa linea fu profondamente criticata dalla sinistra del partito che riteneva che si dovessero mobilitare le masse contro il cancelliere e la sua politica deflazionistica puntando tutto su un fronte unico dei partiti operai. Contro alcuni esponenti furono avviati provvedimenti disciplinari che sfociarono in una scissione capeggiata da K. Rosenfeld e Seydewitz che fondarono nel settembre 1931 il Partito socialista operaio (SAPD) ; entrarono in questo partito molti giovani fra cui W.Brandt ed elementi del KPO come FROLICH( Il KPO Partito comunista tedesco Opposizione era stato fondato nel 1929 da H.BRANDLER e FROLICH dopo la loro espulsione dal kpd). La KPd valutò il suo positivo risultato elettorale come la correttezza della linea classe contro classe che radicalizzò ulteriormente definendo la situazione come prerivoluzionaria. La Spd rimase il nemico principale e la NSDAP fu ritenuta un fenomeno passeggero. Nel 1932 Hindenburg con l’appoggio della SPD, in quanto ritenuto l’unico in grado di sconfiggere Hitler , fu rieletto; Bruning fu sostituito con Von Papen,e le elezioni segnarono l’affermazione di Hitler, il cui partito divenne il primo con 14m. di voti (37,4%), e l’inizio della fine per la sinistra che pur raccogliendo ancora il 30% dei voti era sempre divisa : la linea politica dei comunisti portò a coniugare radicalismo di sinistra e slogan nazionalistici contro il sistema di Versailles per conquistare quei settori proletari che si erano lasciati attrarre dai nazisti ( uno sciopero dei tranvieri fu organizzato insieme dal sindacato comunista e nazista); la spd rimase attendista sperando solo nel risultato elettorale. Le nuove elezioni parvero dar ragione alla tattica dei due partiti :infatti una parte del voto di protesta rifluì nell’astensione la NSPD perse 2m. di voti e la sinistra rimase stabile con però un notevole successo della KPD ( quasi 6m di voti e 100 deputati). Ma ormai i giochi erano fatti : un blocco di potere che andava dall’esercito, alla grande industria, alla burocrazia antirepubblicana premeva su Hindenburg perché nominasse Hitler come cancelliere il che avvenne il 30/1/1933. Nei mesi seguenti la sinistra fu polverizzata dal rullo compressore nazionalsocialista nonostante che nelle elezioni del marzo 1933, pur svolte sotto la pressione e il terrorismo delle SA fosse comunque riuscita ad ottenere il 26;9%: l’ADGB cercò un compromesso col nuovo regime ma fu sciolta a maggio,il 22 /6 fu posta fuorilegge la SPD; la KPD dovette sostenere fin dal primo momento tutto il peso dell’attacco nazionalsocialista: le fu addossata la responsabilità del’incendio del Reichstag (27 /2/1933) e fu fin da allora ricacciata nella illegalità.
FORMAZIONI COMBATTENTI DELLA SINISTRA
ROTEKAMPFER ( combattenti rossi legati al KPD)
Per non disperdere coloro che avevano fatto parte delle CENTURIE PROLETARIE nel 1923 e che erano state messe fuori legge dopo i fatti del 1923 nell’estate del 1924 fu costituita la LEGA DEI COMBATTENTI ROSSI di PRIMA LINEA ( ROTER FRONTKAMPFERBUN) Rfkb I militanti diverse decine di migliaia erano veri e propri soldati rivoluzionari che prestavano un giuramento di fedeltà alla bandiera rossa : GIURO di non scordare mai che l’imperialismo mondiale prepara la guerra contro l’URSS. Di non scordare mai che il destino della classe operaia mondiale è direttamente legato all’URSS. Di non scordare mai le esperienze e le sofferenze della classe operaia nella guerra mondiale imperialista, il 4/8/1914 e il tradimento del riformismo. Di compiere ogni giorno il mio dovere di rivoluzionario verso la classe operaia e il socialismo. Di restare per sempre un soldato della rivoluzione. Di essere sempre in tutte le organizzazioni di massa , nei sindacati e in fabbrica, un pioniere dell’inconciliabile lotta tra le classi. Di condurre la lotta rivoluzionaria per abbattere la dominazione della borghesia tedesca. Di difendere in ogni modo la rivoluzione russa. Di lottare sempre per l’Urss e la vittoriosa rivoluzione mondiale. I combattenti rossi marciavano per strada in formazione militare e in divisa
MARCO CHIARI
BIBLIOGRAFIA CONSULTATA
P. FROLICH Autobiografia Pantarei 2010
P. FROLICH Guerra e politica in Germania ( 1914-1918) Pantarei
P. FROLICH Rivoluzione e controrivoluzione in Germania 1918-1920
Pantarei 1995
M. HOLZ Un ribelle nella rivoluzione tedesca BFS 1995
A. FERGUSON Quando la moneta muore Neri pozza 2011
MAI La repubblica di Weimar Mulino 2011
AAVV Storia del marxismo vol III Einaudi
V. GENTILI Bastardi senza storia Castelvecchi 2011
AAVV Enciclopedia della sinistra europea del XX secolo Ed.riuniti